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Lavori in quota: definizione, rischi e normativa

Scritto da Barbara Loda il 04/08/2025

Lavori in quota: definizione, rischi e normativa - Cima group

I lavori in quota sono delle attività particolarmente rischiose e che hanno un maggior rischio di infortunio. Il termine “lavori in quota” indica tutte le attività che espongono i lavoratori al rischio di caduta da un’altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile, come prevista dal D.Lgs. 81/08, il quale stabilisce le misure da mettere in atto per garantire la sicurezza dei lavoratori in queste situazioni.

In Italia, questi lavori riguardano spesso i cantieri e, in particolare, le lavorazioni su ponteggi, scale, tetti o piattaforme mobili, che rappresentano una delle principali cause di infortuni sul lavoro, spesso riconducibile a cadute dall’alto.

L’adozione di misure preventive, incluse protezioni collettive e dispositivi di protezione individuale (DPI), assieme ad un adeguata valutazione dei rischi e alla formazione e addestramento dei dipendenti, è fondamentale per conformarsi alle normative e garantire la sicurezza di aziende, professionisti e lavoratori impegnati nei lavori in quota.

In questo articolo forniremo una definizione di lavorazioni in quota, parlando della normativa di riferimento, delle attrezzature da utilizzare e della formazione necessarie per garantire la sicurezza dei propri lavoratori.


Cosa sono i lavori in quota?

Il lavoro in quota è definito dall’art. 107 del D.Lgs. 81/08 come “attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile”. In pratica, rientrano in questa definizione le attività svolte, ad esempio, su ponteggi, scale, coperture di edifici, oppure lavori di demolizione o smantellamento in quota, manutenzione di linee elettriche su tralicci, scavi oltre i 2 metri di profondità, montaggio di prefabbricati, lavori forestali come potatura e deramificazione e altre situazioni analoghe.

La norma non fornisce una definizione dettagliata di “piano stabile”. Tuttavia, questo è generalmente considerato come il suolo o il pavimento solido di un edificio. Ad esempio, un ponteggio in allestimento non è considerato un piano stabile, per cui chi lavora su un ponteggio in montaggio sta effettuando a tutti gli effetti un lavoro in quota.

Sono invece esclusi lavori come quelli svolti in mare, quelli legati alle sostanze minerali e le attivitò di attività di prospezione, ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi.

Il rischio più grave nei lavori in quota è la caduta dall’alto, che può causare infortuni molto grafi e, in certi casi, fatali. Cadute di questo tipo rappresentano una delle maggiori cause di incidenti sul lavoro, specialmente nell’edilizia e in settori affini.

Infatti, diverse ricerche dimostrano che le cadute dall’alto sono un fenomeno numericamente rilevante e spesso con impatti importanti. Per questo motivo, diventa fondamentale mettere in atto tutte le misure necessarie per proteggere i lavoratori e sensibilizzare le aziende sull’importanza della prevenzione dei rischi attraverso misure di sicurezza concrete.

Altri rischi potenziali dei lavori in quota riguardano principalmente la sospensione inerte, ovvero quando il lavoratore rimane sospeso per molto tempo, e le lesioni generiche causate da schiacciamenti, impatti e tagli dovuti a cadute dall’alto.


Cosa sono i lavori in quota? - Cima group

Lavori in quota: la normativa di riferimento e gli obblighi

I lavori in quota sono regolamentati principalmente da D.Lgs. 81/08, o Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, ovvero la principale fonte giuridica riguardante la salute e la sicurezza sul lavoro. In particolare, il Titolo IV, Capo II (Norme per la prevenzione dagli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota) del decreto (artt. 105-109 e seguenti) disciplina le norme specifiche per la prevenzione degli infortuni nei lavori in quota.

In base a queste norme, il datore di lavoro ha obblighi stringenti e deve fornire ai lavoratori dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati e garantire una formazione idonea sui rischi e sulle procedure di sicurezza. Inoltre, il datore di lavoro deve definire anche le misure di protezione collettiva (come parapetti e ponteggi).

Infine, deve assicurarsi che le condizioni metereologiche e ambientali non mettano in pericolo i lavoratori durante le lavorazioni in quota.

Anche i lavoratori dei doveri precisi. Devono, infatti, seguire le disposizioni di sicurezza impartite, utilizzare nel modo corretto i DPI che vengono loro forniti e partecipare ai corsi di formazione organizzati dal datore di lavoro.

La valutazione dei rischi redatta all’interno del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) deve includere i pericoli legati alle attività dei lavori in quota e definire le misure protettive e preventive da mettere in atto, ad esempio i piani di accesso sicuri, le procedure di emergenza e la segnaletica.


Obblighi del datore di lavoro e del lavoratore

In sintesi, i principali gli obblighi a carico del datore di lavoro e del lavoratore per quanto riguarda i lavori in quota sono:

  • Datore di lavoro: deve scegliere le attrezzature adeguate a garantire la sicurezza dei lavoratori, dando priorità alle misure di protezione collettiva rispetto a quelle individuali. Deve, inoltre, fornire ai lavoratori i DPI idonei, fornire loro una formazione adeguata in merito a tali dispositivi e assicurarsi che i lavoratori li utilizzino nel modo corretto.

  • Obblighi del datore di lavoro - Cima group
  • Lavoratori: i lavoratori devono attenersi alle istruzioni e alle procedure di sicurezza, utilizzare i DPI prescritti e partecipare alla formazione sulla sicurezza. Sono, inoltre, tenuti a segnalare eventuali pericoli o anomalie.

  • Obblighi del datore di lavoro - Cima group

Lavori in quota: attrezzature di prevenzione e protezione

Per ridurre il rischio di cadute e infortuni dovuti a lavori in quota, è fondamentale utilizzare sia dei dispositivi di protezione collettiva (DPC) che dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Vediamole nel dettaglio:

  • Dispositivi di protezione collettiva (DPC): in questo caso di parla di dispositivi che eliminano o riducono il rischio alla fonte. Alcuni esempi sono i parapetti fissi o rimovibili lungo i bordi dei balconi, reti di sicurezza sotto le zone di lavoro, ponteggi fissi o mobili con corrimano, piattaforme di lavoro, trabattelli ecc... Queste misure devono essere progettate e installate secondo le normative di sicurezza e devono essere ispezionate periodicamente per verificarne lo stato.
  • Dispositivi di protezione individuale (DPI): i lavoratori devono anche utilizzare dei DPI anticaduta idonei. Questi includono le imbracature complete, il casco di protezione, i sistemi di ancoraggio, assorbitori di energia e dispositivi retrattili. Spesso, i DPI utilizzati nei lavori in quota richiedono una formazione specifica per essere utilizzati.

Lavori in quota: formazione e addestramento

Le normative relativa alla sicurezza e ai lavori in quota non forniscono attualmente delle indicazioni relativamente alle caratteristiche, alla durata e ai contenuti dei corsi di formazione ai quali i lavoratori devono sottoporsi. Tuttavia, secondo il D.Lgs. 81/08 il datore di lavoro deve fornire a ciascun lavoratore una formazione adeguata sui rischi specifici della propria mansione e delle procedure di prevenzione.

In particolare, la formazione per i lavori in quota deve trattare i concetti di rischio e prevenzione, le procedure operative sicure, l’uso corretto dei DPI anticaduta e delle attrezzature di lavoro. Oltre alla formazione teorica è fondamentale anche fornire un addestramento pratico per fornire le competenze tecniche necessarie per gestire correttamente la sicurezza e i dispositivi di protezione.

Inoltre, per i DPI di III categoria è obbligatorio anche l’addestramento pratico previsto dall’art. 77 del TUSL. .

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Lavori in quota: conclusioni

I lavori in quota richiedono un approccio integrato di gestione del rischio, che prevede una pianificazione delle operazioni, la formazione degli operatori e l’utilizzo corretti di DPI e DPC. L’attenzione alle normative di riferimento e l’implementazione di misure di prevenzione e protezione, permette di ridurre significativamente i rischi e gli infortuni sul lavoro.

Aziende e lavoratori devono collaborare attivamente per garantire che ogni lavoro svolto in altezza sia preparato nel dettaglio, in modo da tutelare sempre la salute e la sicurezza degli operatori.



Barbara Loda

Autore: Barbara Loda | Cima Group nasce dall’unione di Cima S.r.l. e Cima Service S.r.l. per offrire ai propri clienti sicurezza a 360°.

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